Quante volte ti è capitato di scorrere un post o un articolo e di domandarti: “Sarà vero ciò che sto leggendo? Quanto è attendibile la fonte? Come faccio a riconoscere se è una fake news?” Ma soprattutto, quante volte ti è capitato di scorrere un post o un articolo e di non domandarti nulla?
In effetti, quando si tratta di informarsi, mettere in dubbio ciò che leggiamo è la cosa migliore che possiamo fare. Certo, non è la scelta più comoda, ma raramente ad una domanda difficile segue una risposta facile. Una ricerca del 2019 ha messo in evidenza che il 98,6% degli italiani ritiene difficile distinguere le notizie vere da quelle false sul web: inoltre, sono proprio i social network a ispirare meno fiducia nel popolo del Bel paese.

5 consigli pratici per distinguere i dati di qualità dai dati trash
- Dubita dei contenuti troppo sintetici: raramente ad una domanda difficile segue una risposta facile. Ricorda: chi fa buona informazione non si fa problemi a scendere nei dettagli (dubita di chi si limita a darti dati superficiali).
- Occhio alle fonti: prediligi le fonti ufficiali (preferibilmente governative): istat, eurostat, ecc. Ricorda: la maggioranza delle nazioni ha un istituto ufficiale di statistica che quotidianamente pubblica ricerche e aggiorna i propri database.
- Evita il clickbait: gira alla larga dagli articoli o dai post "acchiappa click". Ricorda: i dati di qualità non hanno bisogno di punti esclamativi, parole in maiuscolo o immagini ammiccanti.
- "L'ha detto Einstein!": la fonte più autorevole non è sempre la più affidabile. Ricorda: spesso chi scrive fake news riporta una fonte autorevole perché sa che la maggioranza delle persone si fida di essa acriticamente.
- Non fermarti alla prima pagina google: se stai cercando dei dati sul web, usa query semplici e poco articolate e ricorda: raramente i primi risultati su google sono anche i più attendibili.
In conclusione, riconoscere le fake news non è semplice nè scontato; sarebbe errato dire che bastano i 5 consigli sopra citati per distinguere i dati di qualità dai dati trash in modo definitivo. È necessario infatti allenarsi, sviluppare senso critico e, cosa più importante, cercare fonti che facciano dell'informazione data-driven (guidata dai dati) un imperativo.
Lo sapevi che 6 italiani su 10 non sanno riconoscere le fake news? Scopri di più nel nostro articolo Fake news: 6 italiani su 10 non sanno riconoscerle.
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