La pandemia da Coronavirus ha paralizzato diversi settori dell'economia mondiale; in particolare la filiera del turismo ha visto un tracollo improvviso e non si prospetta una ripresa né semplice né veloce. Un vero e proprio cortocircuito di uno dei settori chiave dell’economia italiana che genera circa il 13% del Pil nazionale, il 15% dell’occupazione e oltre 40 miliardi di euro di profitto (fonte: World Travel end Tourism Council). Di seguito sono raccolti i dati più utili a comprendere la portata dell'attuale crisi nel settore del turismo in Italia (2020). Chiediamoci: 1. quanti soldi perderà l'Italia a causa della crisi del turismo? 2. dove andranno gli italiani in vacanza? 3. come cambierà il turismo dopo il Coronavirus?
Quanti soldi perderà l'Italia a causa della crisi del turismo?
Un primo aggiornamento del quadro dei danni lo ha fatto Confturismo-Confcommercio alla data del 4 marzo 2020 (fonte: La Stampa). Secondo questi dati le perdite, nel migliore dei casi, saranno di circa 120 miliardi euro in meno per il 2020.
Al momento attuale non è possibile dire precisamente l'entità della perdita economica a causa della crisi del turismo italiano. Secondo uno studio di Assoturismo il Coronavirus ha spazzato via 60 anni di progresso del turismo italiano. Anche immaginando una risoluzione relativamente rapida dell'emergenza sanitaria in Italia, l'effetto della pandemia sul mercato internazionale e sulla fiducia dei viaggiatori porterà a chiudere l'anno con una riduzione di 260 milioni di presenze rispetto allo scorso anno (-60%) (fonte: La Repubblica). Per fare un esempio, la Germania è storicamente il principale paese di provenienza dei turisti stranieri in Italia; a giugno 2020 si è registrato un calo dell'interesse dell'11% nella possibilità di fare un soggiorno in italia da parte della popolazione tedesca (fonte: GoogleTrends). Inoltre i biglietti aerei acquistati per venire in Italia fino al 19 luglio sono in calo del 91,4% (fonte: Enit).
I dati allarmanti del turismo tra marzo e maggio 2020 in Italia
Tra marzo e maggio, senza il COVID-19 il turismo avrebbe registrato 81 milioni di presenze (ovvero il 18% del totale annuale), il 23% delle presenze annuali di stranieri, nonché il 20% delle presenze annuali in strutture alberghiere. Sempre nel trimestre i soli turisti stranieri avrebbero speso circa 9,4 miliardi di euro (fonte: Istat). Secondo una indagine di Demoskopika e Statista sugli arrivi turistici nelle regioni italiane è emerso che tra le più colpite ci sono il Veneto con -4,6 milioni, seguito da Lombardia -3,9 milioni, Toscana con -3,3 milioni, Lazio con -2,9 milioni e Emilia Romagna con -2,5 milioni. Meno colpite invece Molise, Basilicata, Valle D’Aosta, Abruzzo e Calabria (fonte: InvestireOggi).

Dove andranno gli italiani in vacanza?
Il 30% degli italiani al momento dichiara che non andrà in vacanza: il 19% in più rispetto al 2019. Inoltre, 8 italiani su 10 (tra coloro che andranno in vacanza) rimarranno in Italia, e poco meno della metà sceglierà una casa-vacanza dove è più facile avere giardino o piscine e controllare il distanziamento sociale (fonte: Italiani.Coop e AirBnB). Michele Ridolfo, Ceo di Wonderful Italy ammette: "C'è una grandissima richiesta da parte delle famiglie italiane di case in affitto per la prossima estate". Per quanto riguarda la meta, il 66% degli italiani ha scelto il mare, mentre la montagna è ambita solo dal 22,4%. Il restante 6% della popolazione predilige la vacanza in una città d'arte. Complessivamente, tra chi ha deciso di non andare in vacanza e chi invece ci andrà, si stima che il 90% degli italiani rimarrà in Italia quest'estate (fonte: Demoskopika).
Come cambierà il turismo dopo il Coronavirus?
Stando ad uno studio di Assoturismo, la ripresa del mercato del turismo in Italia non avverrà prima della fine del 2020. "Di fronte a uno scenario così, gli interventi previsti dal decreto Cura Italia per le imprese del turismo, purtroppo, sono inconsistenti" dice il presidente di Assoturismo Vittorio Messina. Vanno inoltre considerate tutte le conseguenze del COVID-19 sul piano psicologico e comportamentale di ciascun individuo; variazioni di gusti, esigenze personali, e quindi i rispettivi effetti sui consumi e sul mercato intero. Per esempio si prevede un cambiamento della percezione del rischio viaggio, e quindi un bisogno del miglioramento dei sistemi di protezione, igienizzazione e sicurezza. Le imprese nel settore del turismo dovranno tenere conto di tutte queste variabili comportamentali per sopravvivere e adattarsi alle nuove richieste dei consumatori.
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